Avvio nuovo anno scolastico 2015/2016: SETTIMANA ACCOGLIENZA dal 1^ settembre 2015. INIZIO LEZIONI 10/09/2015.
1 Settembre, 2015 Archiviato in News
Il miglior modo di ospitare nel nostro complesso scolastico gli alunni nuovi iscritti, soprattutto i più piccoli, è quello di riceverli, prima dell’inizio delle lezioni, in un contesto relazionale interessante e stuporoso, capace di stimolare da subito serenamente il bisogno di adeguarsi a nuove esperienze diverse da quelle spicciole e di ruotine domestiche, evitando prudentemente di farli cadere in crisi conflittuali d’impatto e inquietudini inducenti malessere fisico, disagio psicologico e insofferenze di fronte ad una realtà a loro sconosciuta che si allarga ad aspetti cognitivi, emotivi e sociali, nuovi rispetto a quelli casalinghi, ristretti e monotoni. Iniziamo così a far realizzare con disinvoltura e senza costrizione il distacco dalle radici ambientali congenite con un procedimento integrativo piacevole e confortevole in un ambiente distensivo e gradito in quanto non ancora configurato come scuola, evitando un approdo immediato e sofferto. Nella scuola-non scuola, da noi organizzata come vivaio di gradevoli relazioni umane, ossia come ambiente ludico e ludiforme, facciamo trovare tutte quelle condizioni e presupposti psicopedagogici favorevoli che stimolano la naturale tendenza prosociale al senso di appartenenza ad una nuova comunità allargata e arricchita, rispetto a quella familiare. Talché è predisposta allo sviluppo armonico e totale che asseconda motivazione, necessità e interesse a tutto vantaggio della loro naturale tendenza all’esplorazione, all’acquisizione e interiorizzazione di valori e comportamenti socialmente condivisi. Questo perché utilizziamo razionalmente il nostro principio guida dello sviluppo simultaneo cognitivo ed affettivo. Su questa linea, alla luce dei brillanti risultati conseguiti, continueremo nel perfezionare professionalmente le nostre competenze disciplinari, epistemologiche, metodologico-didattiche e socio-psicologiche per iniziare un razionale processo di programmazione e di organizzazione di paradigmi operativi al fine di garantire lo sviluppo qualitativo al massimo delle prestazioni. In tali operazioni riteniamo indispensabile un rinnovato impegno delle famiglie che invitiamo ad essere sempre disponibili a fornirci l’opportuno contributo di informazioni, di orientamento e d’originali proposte educative con rapporti dialogici ininterrotti e responsabili per consentirci di continuare decisi nella nostra attività densa e produttiva nel conseguire la qualità attesa mediante la costante attenzione ai bisogni degli allievi. Il loro intervento è indispensabile, in quanto è scientificamente accertato che l’intera vita familiare è determinante nella formazione dei figli. Su questa linea, il confronto dei genitori con noi offre un aiuto prezioso per proiettare circolarmente la scuola nella vita e per ricevere la vita nella scuola. Tale correlazione di esperienze e varietà di prospettive fra la vita scolastica e la realtà ambientale familiare si rende essenziale per realizzare insieme una coerente ed efficace collaborazione convergente nella ricerca concreta di soluzioni educative comuni nei programmi con esiti felici di garantita qualità sul piano della crescita personale e maturazione generale dei figli, rendendoli abili nel saper criticamente fondere sapere e comportamento reale in ogni situazione in modo che ciascuno di loro resti il centro ed il soggetto libero ed autonomo della propria esperienza nell’affrontare le dure difficoltà della vita anche oltre la scuola. Di più, quest’Istituzione, come è noto, per rendere il suo impegno formativo efficace anche a livello internazionale, fa aprire gli occhi sul mondo al di là di quanto prescritto dalle Indicazioni Nazionali. Talché si vanta di appartenere alla Rete delle Scuole Mondiali Associate all’UNESCO. Pertanto, oltre ai contenuti disciplinari, obiettivi e finalità imposti da tali Indicazioni, entrano decisamente nel nostro POF e Progetto curricolare un nutrito programma ed un forte impegno teso a promuovere nei nostri allievi la capacità di comprendere la realtà contemporanea con i suoi problemi, contrasti e tensioni per formarsi una cultura transnazionale ed una mentalità cosciente e convinta per realizzare insieme agli altri popoli un’efficace cooperazione internazionale che si ispira essenzialmente ai principi e ideali, formulati nel Preambolo della Costituzione dell’UNESCO e nella Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo, che nobilitano la natura umana mediante la loro materializzazione. Talché i giovani vivono immersi in un mondo globalizzato che travalica i limiti territoriali del proprio Stato, di cui insieme devono conoscere ed affrontare i problemi. Tuttavia, per riuscirvi, devono comprendersi prima a vicenda. Nel contempo, devono studiare le diverse civiltà e culture al fine di realizzare di fatto se stessi, nonché praticare il rispetto della giustizia, delle libertà fondamentali e dei diritti umani mediante la solidarietà, la cooperazione e l’azione responsabile di tutti. Condizioni indispensabili queste per la prevenzione della violenza e della sopraffazione e per realizzare l’equilibrio, l’armonia, la libertà di tutti e la pace universale fra i popoli della terra, motivo per cui noi montessoriani operiamo in ossequio al principio dell’UNESCO, secondo il quale, dato che la guerra comincia nella mente degli uomini, è nella mente degli uomini che devono essere edificate le difese della pace. Non ritengo superfluo evidenziare che fondiamo la certezza dei successi conseguiti da tutti i nostri allievi su un punto fermo che, purtroppo, nei tempi che corrono viene trascurato da tendenze ideologiche cavillose e testarde di maggioranze politiche e burocratiche di transizione che confondono i saperi disciplinari con la cultura e la spiritualità della persona umana. Riteniamo di educare e formare, con la partecipazione concreta, fattiva, corresponsabile e diretta della famiglia, la personalità integrale del futuro uomo e cittadino, come soggetto libero da rispettare e non come oggetto da confezionare in una scuola degradata ad azienda che dovrebbe costruire e addestrare in serie robot umani su parametri predefiniti dall’alto. Motivo per cui adeguiamo il nostro intervento alle esigenze specifiche, rispettando il principio olistico ispirato ai criteri universali, secondo i quali la personalità è una totalità inscindibile, unica e irripetibile. Pertanto, non annulliamo ma accettiamo e valorizziamo le diversità dell’individualità non solo sotto l’aspetto cognitivo, ma soprattutto affettivo, volitivo, creativo, etico e sociale, salvaguardando l’essenza e l’esistenza di ogni entità umana dalla pratica pericolosa spersonalizzante di chi paradossalmente tenta di uccidere la singolarità. Ribadiamo, rispetto alle presunte probabili pretese di livellamento dell’INVALSI, che ogni persona è un individuo a sé stante diverso da qualunque altro individuo. In questo quadro, ogni allievo da soggetto, e non oggetto, affronta l’apprendimento utilizzando modalità, ritmi e stili diversi. Del resto, la persona nel suo personale sviluppo e crescita non può essere paradossalmente manipolata, diminuita, alienata e soffocata o accelerata nella sua essenza, nelle sue ricche energie potenziali, funzioni psicologiche e spirituali da parte di certi assalti ed azzardi docimologici. Questi legati paradossalmente ad un persistente nozionismo di natura cartesiana esigono dalla scuola di allineare ogni soggetto privilegiando l’uomo pensante su “l’uomo macchina”. Eppure, l’analisi filogenetica già oltre un ventennio fa mise in luce che le strutture del cervello possono ripartirsi in tre sistemi interattivi: spinomidollare, paleoencefalo e neoencefalo. Il primo riguarda le attività istintive e inconsce, il secondo concerne le attività di natura emotiva ed affettiva ed il terzo controlla le funzioni superiori delle attività cognitive e associative. Ebbene, non sembra che nei documenti di guida al RAV sia stata tenuta nel debito conto l’interazione reciproca dei tre sistemi. Comunque, sul piano educativo. operativo e didattico non corriamo dietro fantasmi di frettolosi affabulatori, ansiosi di rinnovare la scuola a tutti costi, distruggendo le conquiste fatte lungo la storia. Bacone ci ha insegnato che la natura non fa salti! Nelle gare non tutti arrivano primi contemporaneamente al traguardo. Ce lo insegnano le classifiche! Quindi, immuni da ogni deriva iconoclasta, adottiamo metodologie integrali che armonizzano cognitività, libertà, volontà, emotività, affettività e tutte le altre dimensioni e funzioni della personalità, non escluse quelle riflesse e inconsapevoli, secondo i bisogni di ciascuno, che condizionano o agevolano l’apprendimento ed il profitto. Ci guardiamo dall’omogeneizzare l’essere e l’essenza delle diverse individualità per non trasformare ogni soggetto educando in mezzo da plasmare o robot da assemblare in quanto deve essere sempre rispettato come fine di ogni impresa educativa. Dissentiamo, perciò, da ogni ostinata e rigida pretesa frazionante, sommativa e contenutistica che si formalizza nella valutazione quantitativa e di sindacato soltanto dei saperi accumulati nell’area cognitiva del cervello. Riconosciamo, invero, accanto ai saperi disciplinari, la qualità dei valori maturata nei processi formativi, soprattutto di quelli che si riferiscono all’educazione socio-affettiva, creativa e del carattere che danno vita, tra l’altro, alla sensibilità etica che attiva l’integrità di tutte le aree, caratteristiche, funzioni ed aspetti della personalità e non solo di quella intellettiva.Talché, per personalità intendiamo la più o meno stabile e durevole organizzazione del carattere, del temperamento, dell’intelletto e del fisico di una persona. Il carattere, a sua volta, costituisce il modo con cui il soggetto reagisce e si comporta. Numerosi sono poi gli attributi del carattere. Woodrow ne enumera addirittura duecento, di cui non solo l’intelligenza, ma anche l’affettività, la volontà e l’ES della psicoanalisi, tratti e tendenze, costituiscono solo i fattori fondamentali. Tutto questo universo pare che non sia stato neppure sfiorato dallo stillicidio di numerosi documenti istruttivi ed informativi relativi al RAV. A questo punto, non possiamo non riflettere, tra le critiche che stanno accompagnando la riforma della scuola, su quanto ha argutamente osservato su “Taranto Oggi,” l’autorevole decano dei dirigenti scolastici tarantini, il prof. Franco Scherma, Medaglia d’oro per la Cultura, là dove scrive che “questa riforma è un contenitore vuoto, fatto di regole, indicazioni, ma che manca del tutto la finalità. La scuola, lo sappiamo ha un ruolo fondamentale nella società ed è fondamentale per la crescita e la formazione del cittadino. Bene, nella riforma non c’è traccia dell’obiettivo da centrare, obiettivo che è legato indissolubilmente all’obiettivo –Italia e di conseguenza l’obiettivo della produttività”. Eppure, aggiungo io che bisogna tener conto dell’allarme lanciato dal FMI che ha stimato che per la ripresa della crescita e della stabilità dell’economia, ossia per tornare ai livelli di occupazione pre-crisi occorrono ben 20 anni. Il Sud ha perso il 60 per cento dei posti mentre i contratti di apprendistato calano facendo salire paurosamente l’indice della disoccupazione giovanile al 44,2%. In effetti, nel Sud lavora solo un giovane su quattro! Il tasso dei NET è del 30,7 % superiore a quello della Grecia al 29,5. La scuola deve riavere la sua natura e la sua funzione. Deve pensare a riformarsi con la cooperazione degli organi collegiali, espressione dell’autonomia e democrazia scolastica e col contributo attivo delle famiglie per assicurare il futuro ai giovani. Chi ha vissuto una vita nella scuola non crede ad alchimie e marchingegni tangenziali, a polemiche e chiacchiere alla buona di affabulatori volubili che, con rimpallo e scaricabarile, disorientano anziché potenziare l’offerta formativa, aggiornare i docenti, arricchire i laboratori, rinnovando programmi con competenze nuove rispetto alle nuove richieste di mercato e sempre più ricche ed elevate idee innovative, assicurando la continuità didattica, senza far giocare il gioco dei quattro cantoni ogni tre anni ai docenti, che sarebbero trattati secondo la mentalità aziendale, da operai e non da educatori. Si apre così il sipario a caos e crisi di disorientamento nei giovani educandi che hanno bisogno di guida permanente, coerente, stabile e prolungata. Tant’è vero che la buona scuola di una volta obbligava i docenti a domiciliare nella località della scuola. Ma tutto ciò sarebbe sacrilegamente soppresso sotto la regia di presidi “sceriffi”, promossi antipedagogicamente, tra l’altro, a rottamatori incostituzionali della continuità, tanto raccomandata dai precedenti Programmi di studio ed a ragione anche dall’INVALSI. Continuità estremamente essenziale per assicurare il diritto del discente a non essere esposto al pericolo di soccombere al disadattamento scolastico, creato dalle sarabande, girandole ed andirivieni, dal meccanismo irrazionale generato senza criteri pedagogici dallo spostamento farneticante triennale, che vieta ai docenti di conoscere a fondo ed a largo respiro ogni suo alunno esponendolo allo stress, all’ansia e tensioni provocati da eventuali frequenti “terremoti” di nuovi training relazionali. Preghiamo, pertanto, i genitori di starci vicini per scongiurare e prevenire ogni attentato al benessere ed al rilassamento mentale e corporale dei figli. Dobbiamo assicurare loro un contesto ambientale scolastico, arricchito di competenze per l’avviamento al lavoro, dove hanno il diritto di vivere, studiare e relazionarsi tranquillamente con se stessi e con docenti stabili ed a lungo termine che abbiano condiviso con loro gli obiettivi di apprendimento e formativi. Talché sono la stabilità, la continuità, la diuturna relazione e conoscenza reciproca le condizioni essenziali che garantiscono il graduale, equilibrato e regolare sviluppo del processo di maturazione fisiologica, affettiva, comportamentale e cognitiva e, quindi, il successo finale del percorso curricolare e del proprio progetto di vita.
Il Dirigente Scolastico
Alessandro Scognamiglio
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