Celebrazione festività di Sant’Antonio Abate, uno dei Santi più venerati dal popolo non solo italiano, in quanto illumina e sostiene l’umanità nel rinnovare incessantemente animo e cuore a nuova vita mediante il calore e la luce della carità, della fraternità e solidarietà nell’amore per la vita propria e degli altri, bruciando ogni tentazione alla malvagità. Invito ad assistere alla rappresentazione teatrale ed all’accensione del falò votivo.
10 Gennaio, 2019 Archiviato in News
Siete tutti invitati al nostro Istituto il 17/01/2019 alle ore 10.30 per celebrare insieme ai nostri allievi una delle più affascinanti ricorrenze della nostra tradizione religiosa, culturale rurale ed urbana, che coinvolge il popolo in entusiasmante caratteristico rito propiziatorio che affonda le radici nei secoli passati. Talché ci tramanda un’importante eredità culturale dei nostri avi, fatta di storia, credenze, superstizioni, miti e allegorie. Pertanto, l’evento per noi montessoriani, oltre a rappresentare le sue peculiari caratteristiche divertenti ed emozionanti di sagra rituale paesana, sostanziantesi soprattutto nelle beffe fatte dal Santo al diavolo, ha una ricca carica educativa e formativa. I nostri allievi, orientati dai docenti, sono impegnati a superare conoscenza ed erudizione empirica dei fatti accaduti e immaginati, tratti dalla storiografia, con attività di analisi, interpretazione e ricostruzione critica, per intercettare nella mescolanza degli argomenti riguardanti la vita del Santo la certezza dei fatti ricercando nell’insieme delle credenze e superstizioni, miti e allegorie che ne arricchiscono tuttavia, come cornice preziosa, il nucleo essenziale e sostanziale del bene comune. In buona sostanza, si tratta di quell’eredità culturale, certa ed avverata che, alla luce del pensiero del filosofo G. Herder, riteniamo catena sacra che ci lega, come generazione del presente, a quelle del passato, tramandandoci valori e virtù che hanno realizzato i nostri antenati. Per tutto questo i nostri alunni considerano la vita di Sant’Antonio Abate, analizzandola sotto gli aspetti della verità storica, religiosa e sociologica in quanto sono consapevoli che la storia di ciò che è accaduto deve sempre insegnarci che il presente è il risultato della civiltà del passato ed allo stesso tempo il preludio del futuro in quanto si trasmette da generazione in generazione. In questo quadro, noi montessoriani consideriamo la festività come apportatrice e stimolatrice delle virtù e della felicità pacifica e fraterna in quanto propone alla comunità umana di considerare la vita e l’insegnamento di Sant’Antonio Abate (ossia padre capostipite di tutti gli eremiti) come importante fonte di incitamento a superare frustrazioni, egoismi ed egotismi, turbamenti, inquietudini e cattiverie, sostituendo tutti gli stati d’animo negativi con l’opportuna soddisfazione che ci dona mediante la protezione della buona salute, il costante piacere e tutto ciò che realizziamo con successo, impegnandoci nella nostra formazione individuale e sociale. Talché è finalizzata ad aiutare gli educandi ad approfondire la consapevolezza della propria realtà sociale, potenziando autonomia e spirito critico in un’atmosfera di letizia e di gioioso impegno operativo e di partecipazione, di cooperazione e reciproco aiuto nel rispetto dei fondamentali principi della vita comunitaria, fondata sui valori universali tramandati dall’antropologia dei nostri lontani antenati sotto gli auspici del Santo.
Alla luce di queste considerazioni, gli allievi del primo ciclo di istruzione hanno elaborato un copione teatrale che rappresenteranno nei giardini che ospiterà il falò. Orbene, in un clima di felicità e di ottimismo, stimolati da gioia, entusiasmo e benessere, con interpretazione affascinante si esibiranno in un variegato spettacolo che esalterà la vita esistenziale e spirituale del Santo che, nato in Egitto da contadini possidenti nel 250 dopo Cristo, all’età di venti anni, donate le sue ricchezze ai poveri, si ritirò nel deserto della Tebaide per vivere da eremita ed asceta al servizio di Dio, sostenendo gli assalti e le lusinghe del diavolo fino al termine della sua vita centenaria. In una delle fonti della Sua vita gli esegeti hanno rilevato uno dei motivi più importanti della sua esistenza anacoretica e contemplativa, espresso nella frase la solitudine è come l’acqua per il pesce. E dato che, nonostante l’occultamento, era il maestro dei saggi, a chi gli chiedeva da dove ricavava la sua eccellente sapienza dottrinale, considerato che nell’anfratto del deserto non aveva nessun libro, rispondeva che leggeva il pensiero di Dio nello scrutare il creato. Vagliato poi che le visite, diventate sempre più frequenti da parte di devoti ansiosi di lenire le loro sofferenze con i suoi interventi miracolosi, e di coloro che ricorrevano alla sua saggezza per avere insegnamento, turbavano il suo raccoglimento e meditazioni, si arroccava, per cautelare la solitudine, in grotte più inaccessibili, là dove gli veniva calato raramente cibo che integrava o sostituiva quello che non riusciva a raccogliere ricercando nel deserto. La rappresentazione continuerà con una variegata sceneggiatura che evidenzierà miracoli e vittorie del Santo sulle insinuanti e suggestionanti tentazioni e sulla beffarda sottrazione del fuoco al diavolo mediante l’inganno con la complicità del maialetto e così via. Saranno, quindi, riportate in scena le più diffuse manifestazioni di ogni genere a carattere culturale, artistico, iconografico e folkloristico a sfondo religioso che si tramandano ininterrottamente per tradizione popolare sul culto del Santo, a testimonianza di venerazione e devozione. Si tratta di una mescolanza armonica di storia, di leggende pagane e di riti propiziatori per allontanare il diavolo e le sue lusinghe, nonché ottenere dal Santo protezione per il genere umano e gli animali domestici, buona raccolta agricola e la guarigione degli infermi, usando come rimedio la cenere prodotta dal falò, non esclusa la particolare tutela di chi ha contatti col fuoco. Terminata la rappresentazione, incoraggiati dall’invito del Santo Chiedete quel grande Spirito di fuoco che io stesso ho ricevuto, ed esso vi sarà dato, si procederà all’accensione del falò tradizionale purificatore, distruttore del male, della violenza e dell’odio, ma rigeneratore della rinascita della speranza della pacifica convivenza che si regge sullo sviluppo del sentimento del noi e pertanto sul rispetto vicendevole dell’amore della vita propria e degli altri, coltivando l’amicizia mediante la disponibilità reciproca. Quindi, col nostro falò accenderemo i motori spirituali e biopsichici sociali e solidali per auspicare la crescita di quella comunità di vita che auspica il Presidente Mattarella condividendo valori, prospettive, diritti e doveri, rifiutando l’astio, l’insulto e l’intolleranza, che creano ostilità, timore e insicurezza. Orbene, a conclusione di queste mie modeste riflessioni, emerge con efficace convinzione che le variegate manifestazioni religiose e laiche antoniane, che si svolgono in centinaia di località il 17 gennaio, sono apportatrici di energetiche finalità educative in quanto trasmettono in letizia valori e regole di comportamento socialmente rilevanti. In buona sostanza, oltre a stimolare lo sviluppo di competenze cognitive, aiutano i nostri allievi a regolare la condotta etica e sociale, attivandosi con piacevoli ed espansive modalità relazionali che ereditano dalle esperienze e dai modi di essere degli adulti devoti. Su questa linea, i nostri educandi, trasformandosi in piccoli attori protagonisti, dimostreranno alla luce del carisma di Sant’Antonio, che sono intenti a costruire ed alimentare la propria identità nel contesto sereno, ludico, culturale edificante tradizionale, allenandosi a svolgere anche loro il proprio ruolo autonomo nell’età adulta di cittadini responsabili, liberi da stereotipi e condizionamenti negativi, che turbano il godimento del benessere fisico, psichico intellettuale e sociale, in quanto confidano nella Sua protezione, già invocata da secoli dai pompieri, da coloro che hanno contatti col fuoco, dai malati di herpes zoster (fuoco di Sant’Antonio) e dagli animali domestici, secondo come ci tramandano le sagre tradizionali che interpretano il mistero del calore vulcanico dell’amore del Santo mediante la fusione della devozione con la fantascienza.
Gli allievi dell’Istituto alberghiero saranno felici di deliziarvi con le leccornie montessoriane.
Il Dirigente Scolastico
Prof. Dott. Alessandro Scognamiglio
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