Invito al “Festival della Zucca più bella e divertente” -13^ edizione. Musical. Rassegna e Premiazione martedì 30 ottobre 2018 – ore 10.00- Auditorium multimediale “Biagio Auricchio”.
29 Ottobre, 2018 Archiviato in News
Eccoci alla festa di Halloween, che dall’Irlanda si è diffusa con differenti e sensibili variazioni nelle società in movimento del nuovo e del vecchio continente, per effetto della globalizzazione, che apre scenari che si allargano con una fitta rete internazionale di stimoli culturali, irradiati da altre tradizioni che vengono da lontano, non sempre adattandosi perfettamente a quelle locali per effetto dei saldi legami che queste traggono ed ereditano dalla propria civiltà d’origine. In questo quadro, noi montessoriani, dal punto di vista pedagogico e culturale, accogliamo Halloween nel nostro Istituto soltanto perché ci offre l’occasione di far conoscere ai nostri allievi aspetti essenziali della civiltà anglosassone, consentendo ai piccoli di attivare le capacità critiche di impostare ludicamente le premesse delle categorie logiche e socio-affettive per comprendere, valorizzare o respingere addirittura determinati aspetti di messaggi ed eventi quando si presentano per noi non omologabili ed assimilabili alla nostra tradizione, fondata su principi e sentimenti morali e religiosi discordanti. Tuttavia, purtroppo contagiano il senso comune popolare che, incautamente abbagliato da erronee e lusinghiere convinzioni, deforma la realtà; non si accorge dei loro limiti, che lo psicologo Guido Petter chiama miopie temporali, in quanto non riflette che molte attività ed esperienze motorie, affettive, ludiche e cognitive dei bambini, soprattutto se negative, non si esauriscono nel presente ma prolungano i loro effetti nel tempo. In questa non facile impresa interveniamo per salvaguardare i piccoli allorché i messaggi ostili, mentre affascinano gli adulti, si rivelano diseducativi per bambini e ragazzi in quanto fanno facilmente attivare il gioco, che è simbolo con il quale i piccoli smontano la realtà e la rielaborano, in modo errato quando, plagiati da stimoli affascinanti, diffondono spaventi e paure, travestendosi con i panni dei personaggi che li fanno immaginare diversi da quelli che sono. Ed ecco che con Halloween si trasformano, mediante diabolici artifici, in spaventosi scheletri, fantasmi, streghe e mostri orribili, creando ansia, paura e spaventi fra i più piccoli, incapaci di resistere alle influenze negative che potranno anche produrre danni allo sviluppo del mondo sentimentale. Infatti, sconvolgono l’armonia delle funzioni della sfera affettiva con emozioni, stati d’animo e sentimenti perché i piccoli vengono turbati drasticamente dalle distorsioni malefiche, che impediscono alla loro intelligenza affettiva di elaborare, gestire e dominare regolarmente soprattutto emozioni personali per farle, ad esempio, transitare dalle paure alla gioia. Ed ecco che da qui scatta l’intervento di noi docenti pronti per motivare agevolmente la loro capacità di gestire l’autonomia e la potenzialità di scelta e vita di valori forti per neutralizzare convenientemente i disvalori. Su questa linea, cerchiamo di persuadere i genitori a riflettere che ogni loro costrizione o permissione ai piccoli a travestirsi con costumi dell’horror, sottrae ad essi la libertà di scegliere paludamenti e strumenti per lo sviluppo della cooperazione e della solidarietà, che sono bisogni primari per promuovere la costruzione dell’identità di ciascun soggetto. Orbene, alla luce di queste considerazioni, non mi sembra probabile che Halloween possa avere le caratteristiche positive per la promozione aggregativa delle relazioni con gli altri e favorire l’accettazione delle regole della convivenza pacifica e dei sentimenti fraterni per il prossimo. Non lo riscontriamo compatibile con lo sviluppo affettivo, cognitivo e sociale. Né tale da promuovere il potenziamento dell’autonomia, conoscenza e creatività, a partire dalla scuola dell’infanzia che si caratterizza come ambiente di vita e di relazione, ossia palestra di allenamento iniziale dell’intelligenza critica, della ricerca e dell’approfondimento mediante l’utilizzo di convenienti strumenti. Ed allora è ovvio che la scuola deve valutare preventivamente le valenze educative o meno delle novità importate, mediante la sua attenta funzione di filtro, per ostacolare ogni contenuto negativo o carico di ambiguità, di rischio e di disorientamento, che sia lesivo di un equilibrato processo dell’autonomia e della competenza, finalizzate alla costruzione dell’identità personale. Questa deve essere libera da ogni preoccupazione di crisi, di sbandamenti, pregiudizi, credenze popolari e insidie culturali stereotipate, ricavate dalla tradizione di altre civiltà, produttrici di perniciosi rischi di manipolazione perversa del processo nel quale abbiamo sperimentato che intervengono in maniera determinante soprattutto le stimolazioni delle relazioni culturali e sociali ed altri fattori estrinseci ambientali in quanto giocano un ruolo non indifferente per i pregiudizi che veicolano. Procurano questi ai piccoli, per l’immatura capacità di dominare tensioni emotive ossia i propri impulsi, l’acquisizione di comportamenti problematici poco corretti o addirittura pericolosi per lo sviluppo successivo, verificabili anche a distanza di tempo, ossia nel futuro, per effetto della tardiva esplosione delle rimozioni che può generare la dipendenza, come ci rende edotti la psicanalisi. Fenomeno questo che si verifica soprattutto quando l’infanzia e la fanciullezza vengono considerate come fonte diretta o indiretta del consumismo, soprattutto nella fase aurorale dell’inizio dell’evoluzione intellettiva, caratterizzata dal realismo, dall’animismo e dall’artificialismo, che alimentano l’attività del lusinghiero mercato del travestimento, ispirato alle follie del terrore. Orbene, tutte queste considerazioni ci sovvengono nello sfatare i convincimenti di coloro che sostengono artificiosamente l’innocuità per i piccoli dell’orribile travestimento. Al contrario, noi educatori montessoriani e unescani lo riteniamo deviante e stimolante alla malvagità, ossia diseducativo ed in conflitto con la purezza della nostra cultura. Dalla lettura attenta della leggenda rileviamo che i lontani pastori e contadini Irlandesi non nutrivano timore per la morte, gradivano la visita dei morti, motivo per cui non la contrastavano ricorrendo alla magia mostruosa ed alla violenza. Successivamente, con le migrazioni soprattutto in America, gli Irlandesi, rimaneggiando e reinterpretando la struttura originale nei contenuti e significati, rendono ibrida la credenza pacifica della leggenda degli antichi, sostituendola col terrore dell’aldilà. Tanto che il giorno del loro capodanno, 31 ottobre, si rendevano irriconoscibili travestendosi in maniera terrorizzante da spaventosi mostri per cacciare gli spiriti, costringendoli al precipitoso ritorno nell’ultraterreno, esorcizzando così la paura della morte e del male, che tali spiriti maligni ostentavano vagando e sconvolgendo. Quindi, tracciano la nuova fisionomia di Halloween: non più rispetto per i morti ma contrasto ed horror. Tutto ciò che caratterizza oggi questa festa pagana non è, pertanto, conciliabile con la nostra cultura di pace, pedagogia compatibile e religione saldata sull’amore. La chiesa ha, pertanto, coperto il satanico rituale, sognato sulla chimerica finzione artificiosa del Samhain, concepito dall’illusoria ed astratta magia della mentalità pagana, falsa e bugiarda. Ci ha invitati a riflettere sulla verità e certezza del dogma dell’immortalità dell’anima, sollecitandoci al suffragio dei morti ed al pellegrinaggio al cimitero per venerarne la memoria. Per tutti questi motivi definiamo Halloween ambigua manifestazione mitologica irrazionale, legata a secolare tradizione, che non è gradita nel nostro Istituto perché esalta le forze del male, il macabro, l’occulto e l’effimero a svantaggio dei valori umani. Accettiamo però le zucche, sostitute delle antiche rape, che ne sono il simbolo fondamentale, a condizione però che smettano di spaventare per scacciare gli spiriti, costringendoli col terrore degli sguardi a riparare nel mondo ultraterreno, là dove è il loro destino di stare. Le zucche che intagliano i nostri alunni del primo ciclo devono avere tutte le caratteristiche fisiognomiche per ironizzare quelle di Halloween. Ed allora, dopo le interessanti e fruttuose attività nell’aula dell’informatica, tutti all’opera nei laboratori delle attività manuali e pratiche per trasformare la zucca in creatrice di buon umore. Quindi, alla luce dello studio sulla fisiognomica, passano preparati alle tecniche dell’intaglio e del visagista ed infine all’arte del truccatore comico per mutare la zucca in maschera solare, burlona, ridicola, spassosa, goffa e spiritosa, lavorando con pazienza, precisione e fantasia per creare sembianze caratteristiche mediante la realizzazione di lineamenti ed espressioni della faccia, della bocca, degli occhi e della forma del cranio. A questo punto vale la pena indugiare sulla seguente riflessione. Alla luce delle scoperte delle le neuroscienze, siamo convinti che l’intaglio delle zucche stimola un impegno serio e attento, motivo per cui dobbiamo certo rilevare la valenza del prodotto finito per la gara, che logicamente dovrà essere dai nostri piccoli artisti ritenuto la concreta rivelazione del grado di autoespressione dei propri sentimenti ed esperienza sensoriali. Tuttavia, non ci fermiamo alla zucca bella e fatta. Per noi è altrettanto significativo dare la massima importanza al processo che l’ha prodotta, ossia al prolungato ed intenso divertimento, fatto di gusto e gioie, goduto in tutto il tempo dell’elaborazione, durante il quale l’autore attiva creatività e interessi spontanei che non a lungo daranno vita alla formazione di saldi concetti che ampliano e arricchiscono il personale sapere. All’uopo, abbiamo proposto alcune parole chiave caratteristiche e comiche per aprire accesso alla fantasia operativa: sciocco, stupido, imbecille, buffone, folle, imbroglione, ridicolo, smargiasso, ironico e tanti altri tipi di sembianze burlesche, bizzarre e satiriche. Sicché, i piccoli artisti, lasciati liberi di scegliere, stanno già dando sfogo all’istinto ed all’estro, mobilitando i meccanismi ludici innati e concentrando la propria creatività sul tipo psicologico e fisiognomico del personaggio immaginario, che intendono realizzare con goffaggine ed umorismo, rendendolo stimolatore di riso, allegria e simpatia al massimo possibile. In buona sostanza, la maschera intagliata dai piccoli artisti montessoriani e unescani, simbolo di pace e di solidarietà, intende contrastare, neutralizzare e dissolvere l’aggressività, la violenza e la minaccia vendicativa dello scherzetto ingannevole di Halloween. Su questa linea, animati da pazienza, precisione e fantasia ed armati di taglierini, bisturi, coltellini, cacciaviti, pennellini ed altri opportuni arnesi, sono seriamente impegnati con interesse, responsabilità e brama di aggiudicarsi i premi messi in palio, costituiti da amuleti portafortuna contro gli stimoli malvagi della realtà trasfigurata da Halloween e da superstizioni e ideologie con tendenze al satanismo, inteso nel senso più esteso del significato, che spesso ha per vittime anche i bambini. Quindi, i loro capolavori dal giorno 24/10/2018 saranno esposti nell’auditorio “Biagio Auricchio” facendo buona mostra di sé, ansiosi antagonisti nel gareggiare onestamente fra loro per aggiudicarsi il Talismano Portafortuna Contro L’Insipienza, ma bene alleati nel respingere con le sembianze burlesche e satiriche gli assalti e le lusinghe diaboliche degli zombie dei malvagi fantasmi immaginari e streghe dannate del mondo occulto, concepito dalla stregoneria terroristica di un paganesimo irreale.
Venite tutti perché le zucche vanitose sono impazienti, bramando ansiosamente di essere ammirate e votate in quanto siete tutti membri della giuria. In cambio vi regaleranno momenti di relax e di gioia con il volto stupefacente. Intanto, i loro intagliatori arricchiranno la manifestazione con un sorprendente musical, ovviamente satirico, mentre gli allievi dell’alberghiero, baldanzosi di essere montessoriani e unescani, dispenseranno i loro dolcetti a dispetto e disprezzo del criminale scherzetto perché, come ci ammonisce l’UNESCO smentendo Halloween, ogni bambino ha diritto, di essere trattato con dignità, di scaricare le tensioni, senza minacciare e nuocere nessuno, e di crescere sano in ambiente sereno, di divertirsi e di giocare come un bambino.
Buon divertimento a tutti!
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Prof.Dott. ALESSANDRO SCOGNAMIGLIO
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