Invito ad assistere al nostro tradizionale spettacolo folclorico educativo “IL FALÒ DELLA PACE E DELLA SPERANZA”, tramandato dalla cultura popolare, consistente nella sua accensione in onore di Sant’Antonio Abate e nella drammatizzazione di alcuni miracoli, leggende, credenze e proverbi che esaltano la Sua vita, dedicata tutta alla pratica della carità, dell’altruismo e protezione di tutti gli esseri viventi e al rispetto della natura e delle altre creature dell’universo. Mercoledì, 17 gennaio 2018, ore 10.00 –
10 Gennaio, 2018 Archiviato in News
La caratteristica popolare festa in onore di Sant’Antonio Abate, che cade dopo la distensiva pausa religiosa natalizia, interviene con rilevanza avvincente per intensificare ed estendere il messaggio di amore e solidarietà ereditato dalla grotta di Betlemme. In particolar modo, sollecita noi tutti di quest’Istituto, che facciamo parte della Rete Nazionale delle Scuole Associate all’UNESCO, a ritenere il Santo come lo storico precursore del forte valore universale dei principi, degli obiettivi e traguardi che cerchiamo di raggiungere seguendo le direttive che ci sono indicate dall’importante Ente dell’ONU. Certamente, i percorsi, le modalità, le condizioni operative sono differenti. Come diverse sono le esperienze concrete di formazione e di mentalità operative perché adeguate all’evento specifico della venerazione di uno dei Santi più amati dalle generazioni che si succedono da circa duemila anni. Esse restano salde, anche se si svolgono progressivamente nei diversi climi storici fino al nostro globalizzato che presenta nuove esigenze nell’osservanza, rispetto, diffusione della cultura praticata, predicata e trasmessa dal Santo, finalizzata ad assicurare al cosmo intero la sostanza ed il senso del valore che tutte le creature hanno nel progetto del Creatore. Siamo comunque persuasi che il riferimento a Sant’Antonio Abate è nostro dovere anche verso noi stessi. Talché la logica della più accreditata filosofia ci ammonisce che chi ignora la storia è condannato a ripeterla. Ed allora, sotto l’aspetto culturale, sociale, economico e politico riteniamo che i suddetti valori, tradotti operativamente in obiettivi, trovano ragione e testimonianza nello specifico quadro storico cui ineriscono nella loro essenza universale e perenne, da studiare, approfondire, vivere liberamente e diffondere con impegno cosciente e convinto, ossia ideale e concreto, alla luce di una retta coscienza morale nel senso autentico di se stessi, di figli di Dio, che si amano reciprocamente nell’immensa famiglia che si allarga senza confini spaziali e temporali che chiamiamo umanità.
Tanto premesso, comunichiamo che il 17 gennaio anche noi montessoriani festeggeremo Sant’Antonio Abate con devozione, entusiasmo e convinzione. E’ il Santo più caro e popolare della tradizione religiosa, che affascina e coinvolge anche i non credenti. Tutti ammirano il Santo miracoloso che visse 105 anni, venti dei quali in una torre nel deserto, da solo, per sfuggire alle tentazioni del diavolo, cibandosi di pane che gli lanciavano i suoi ammiratori. Fondatore del monachesimo, fu asceta ed eremita. Non studiava sui libri ma ricercava nel creato là dove leggeva il pensiero di Dio. La sua eccezionale caritatevole bontà e rispetto per la natura e per gli animali ed il suo fraterno amore per gli uomini hanno dato luogo e alimentato nei secoli una varietà di tradizioni, leggende e credenze suggestionanti e meravigliose che, esaltando le sue virtù miracolose e premurose, si sono radicate e concretizzate nella mentalità e cultura popolare universale da eleggerlo a patrono dei contadini, allevatori, macellai e salumieri, dei vigili del fuoco, dei fornai e di tutti quelli che col fuoco hanno contatto.
Il popolo trae da lui l’insegnamento a rispettare il prossimo e soccorrerlo soprattutto se colpito dall’herpes zoster e da altre malattie della pelle. Apprende, inoltre, a non inquinare l’aria, a detestare gli incendi ed a limitare l’utilizzo del fuoco al bisogno necessario ed alla produzione delle ceneri da benedire per prevenire e curare le malattie della pelle invocando la Sua miracolosa intercessione.
In buona sostanza, il fuoco da lui astutamente rubato a satana nell’inferno e caritatevolmente affidato agli uomini, simbolicamente doveva fugare le tenebre ed essere usato ragionevolmente in quanto potente mezzo di purificazione e di difesa dalle forze malefiche. Numerosi sono i riti propiziatori del 17 gennaio, caratteristici delle varie località, come la processione della statua del Santo, la sfilata pittoresca degli animali per la loro benedizione, fiaccolate e fuochi d’artificio, degustazione di squisiti cibi. In ogni luogo soprattutto se rurale, come questo in cui sorge l’edificio di quest’istituzione, si ripetono riti e sagre con canti, suoni, invocazioni e rappresentazioni simulanti le tragiche liti fra il Santo e satana che, nonostante le sconfitte inferitegli dal Santo, non demordeva. Orbene, tutti gli eventi sono riferiti alla particolare tradizione di socializzazione che, mescolando sacro e profano, libera il popolo dalle preoccupazioni e da situazioni di disagio, mediante l’intreccio di relazioni amicali e alleanze, di dialogo e di comprensione reciproca per sconfiggere la malvagità e la disonestà. Ed allora, per auspicare il trionfo della speranza nella costruzione della certezza di una nuova vita, che assicuri il futuro pacifico alla dignità della persona, i nostri allievi accenderanno il falò auspicando, con la drammatizzazione correlata, che tutti ispirino il proprio comportamento alle cinque virtù raccomandate dal Santo come principi guida della propria vita: prudenza, saggezza, discernimento, disponibilità e carità, secondo l’amore divino. Pertanto, la fiamma costituirà il simbolo dell’ardente desiderio dei nostri ragazzi col quale invocheranno il Santo affinché converta le anime prave, sensibilizzandole ad arginare il degrado ed i giovani devianti ad abbandonare definitivamente la cultura della violenza e della prevaricazione, che proprio in questi giorni si sta acuendo con raid alle scuole, ferimenti di coetanei, agguati, atti vandalici ed altri diabolici delittuosi e disumani comportamenti.
Gli allievi dell’Alberghiero cureranno l’ospitalità con leccornie della tradizione locale.
Il Dirigente Scolastico
Alessandro Scognamiglio
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